
Senza colpa. Le indagini di kate Linville
Charlotte Link
Milano, Edizioni Corbaccio, 2021
TEMATICA: DONNE IN GIALLO
Ambientata in Inghilterra, la vicenda si svolge in un paio di settimane estive, tra la fine di luglio e l’inizio di agosto del 2019. In poche pagine iniziali viene raccontato un episodio antecedente di tredici anni, apparentemente slegato dalla storia principale, e di cui solo molto più avanti diventeranno chiari i collegamenti.
Ci sono più nuclei narrativi e diverse voci narranti.
Una voce, quella di Oliver, si differenzia anche visivamente perché presente in capitoli separati, scritti con un carattere differente quasi a sottolinearne l’estrapolazione dal corso degli eventi. E’ una sorta di monologo-riflessione sulla sua vita attuale e sulla tragedia che l’ha segnata molti decenni prima. Di questo dramma si sa poco, si intuiscono alcuni particolari, l’effetto devastante che ha avuto sulla sua vita matrimoniale e sulla sua famiglia, ma poco di più. Si coglie invece tutta la sua solitudine di uomo adulto di mezza età , chiuso nel suo dolore.
Sono molte le figure femminili presenti: due di loro sono ascrivibili alla categoria delle vittime, e da loro prende l’avvio tutta la storia.
Una, Sophia, è una giovane donna sportiva, atletica, vittima di un grave incidente provocato intenzionalmente da un individuo, ignoto, che vuole vendicarsi per un danno subito molti anni prima, di cui la ritiene responsabile, e che Sophia, pur essendone consapevole ha forse sottovalutato.
La seconda donna, Xenia, quarantenne immigrata dalla Russia molti anni prima, è vittima mentre si trova in treno di un’aggressione armata, anche lei da parte di uno sconosciuto.
E’ proprio la circostanza in cui lei viene aggredita a metterla in contatto con Kate Linville, l’ispettrice che la soccorre in treno, e che seguirà le indagini successive.
Xenia è una donna fragile, con un duro passato alle spalle, sposata con un uomo che non ama ma di cui subisce un ricatto psicologico pesante, da cui non ha la forza di liberarsi per paura.
Una terza donna, Alice, più anziana, compare fugacemente all’inizio, poi sparisce dalla storia per ricomparire quasi solo alla fine , in stretto legame con tutti gli avvenimenti precedenti. Alice ha una esperienza di moglie, madre adottiva e biologica di due bambini, segnata per sempre da una tragedia familiare conseguenza della sua grave depressione. La maternità biologica da lei ostinatamente cercata con ogni mezzo, a prezzo di grandi sacrifici, infatti non ha avuto gli esiti felici sperati, anzi.
Xenia e Alice conducono vite tristi, segnate dalla paura, dai rimorsi, dal senso di colpa, da un profondo senso di inadeguatezza e da una bassissima autostima.
La figura più positiva, Sophia, giovane, allegra, positiva, andrà purtroppo incontro all’esito più funesto.
La quarta donna che compare è Kate Linville, la poliziotta che indaga su queste aggressioni, ma lei, a differenza di altre protagoniste di romanzi seriali in cui sono presenti poliziotte, magistrate, giornaliste tutte legate al mondo della cronaca nera con ruoli attivi nelle indagini, non ha la personalità tipica caratterizzata da decisionalità, autonomia, autostima.
E’ una giovane donna, non bella, non appariscente, timida e introversa, dotata di grandi capacità professionali, soprattutto di un grande intuito nel cogliere i particolari decisivi per risolvere i casi di cui si occupa, ma le sue qualità non sono riconosciute né dai suoi superiori, né da lei stessa.
Innamorata non corrisposta di un collega più anziano, molto bravo ma alle prese con una cronica dipendenza dall’alcol, mai risolta, collabora con lui anche in modo non canonico.
Kate è sola da sempre, come lei stessa si definisce, passata da un’infanzia solitaria ad un’adolescenza e vita adulta sempre povere di relazioni, sempre defilata, rimanda agli altri un’immagine di professionista coraggiosa, solerte, volenterosa, anche brava, ma di sicuro non spicca sulla scena, anche se sarà lei a risolvere tutti questi casi, che risulteranno alla fine collegati tra loro.
La trama è complessa, ma ben strutturata, tutti i fili alla fine si riannodano, non rimangono zone oscure, o fatti non spiegati, e questo è un pregio per ogni storia gialla.
Soltanto un elemento resta sospeso: per alcuni protagonisti non c’è una fine nota, escono dalla storia senza che si sappia che cosa è realmente accaduto loro. Non si tratta di una trascuratezza o di una dimenticanza dell’autrice, è una fine sospesa che non consente un lieto fine consolatorio, ma che forse prelude a uno sviluppo della vicenda in uno dei romanzi successivi, in cui Kate Linville sarà ancora protagonista, e allo stile e alla completezza della storia questo finale non nuoce.
La storia é scritta bene, ambientata in un’area dell’Inghilterra sud-orientale tra Birmingham, Nottingham, alcuni paesini della Costa Sud. Charlotte Link non è inglese, ma sembra conoscere molto bene questo territorio, una campagna dolce, bucolica, tra prati, pascoli, boschi, ruscelli, greggi di pecore, piccoli villaggi e casette con giardini curatissimi pieni di fiori, cieli tersi, tutto sotto un sole estivo, luoghi cosi pacifici che fanno da contrappunto alla violenza e drammaticità delle storie narrate.