TEMATICA: LE DONNE IN TEMPI DI GUERRA

Figlie del mare
Mary Lynn Bracht
Longanesi 2018
Disponibile nelle Biblioteche Civiche Torinesi e nel Sistema Bibliotecario Pinerolese
La storia si svolge in due periodi storici differenti: 1943 e 2011.
Nel 1943 la protagonista è una ragazza coreana, Hana, che vive in un’isoletta al largo della Corea del Sud. Hana una pescatrice in apnea a grandi profondità, abilità trasmessa nella loro isola dalle madre alle figlie: lei e la sorellina più giovane sono molto brave in questa attività.
Nel 1943 la Corea è in guerra con i giapponesi che hanno occupato l’isola e compiono sistematicamente rapimenti di giovani ragazze, destinate ai bordelli nelle vicinanze delle zone di combattimento dell’esercito giapponese. Definite con un eufemismo “donne di conforto” , come confermato dalle documentazioni storiche, nell’arco della guerra nippo-coreana almeno 50.000 donne, coreane, cinesi, filippine, vennero rapite e destinate a questa fine. Pochissime di loro fecero ritorno.
Hana subisce questa sorte, e dopo un lungo viaggio attraverso la Manciuria, durante il quale è oggetto di violenze e soprusi da parte dei soldati, riesce a sottrarsi a questo destino con la fuga trovando rifugio e accoglienza per il resto della sua vita presso una tribù mongola. Non farà mai ritorno al suo villaggio, dove nel frattempo la sua intera famiglia è stata sterminata, tranne la sorellina più piccola sfuggita al rapimento.
Nella seconda parte del romanzo, che si svolge nel 2011, protagonista è la sorella minore. Vittima di un matrimonio forzato con un coreano, è ormai un’anziana vedova con figli ormai grandi. Le sue amiche, con cui condivide ancora la pratica della pesca in profondità, la convincono a partecipare alla cerimonia per l’inaugurazione di una statua che è stata eretta a Seul a ricordo di tutte le donne coreane vittime degli stupri e delle violenze della guerra.
In questa occasione lei, che non ha mai confessato alla famiglia la sorte subita da Hana, decide, essendo ormai molto anziana e ammalata, di raccontare ai figli anche questa parte della sua vita che loro non conoscevano. Scoprirà con commozione e inaudito stupore che la statua ha le fattezze proprio della perduta sorella Hana.
Anche questa parte del romanzo ha un riferimento storico preciso: nel 1992 una di queste donne decise di rendere pubblica tutta la loro terribile storia. A questa prima denuncia, inizialmente non creduta, ne seguirono molte altre ma fu determinante la testimonianza di una donna olandese, essa stessa vittima di questi crimini.
La risonanza ottenuta a livello internazionale e le manifestazioni periodiche delle donne davanti all’Ambasciata giapponese costrinsero il governo ad ammettere i fatti avvenuti e a scusarsi ufficialmente.
La parte più interessante del libro, come la stessa autrice sottolinea, al di là della storia delle due protagoniste, è la descrizione del dramma della violenza che ogni guerra esercita sulle donne, che evidenzia come quanto successo in quegli anni in Corea non sia nulla di diverso da quello che succede sempre costantemente e ancora ai giorni nostri in tutti i teatri di guerra, in qualunque parte del mondo, da parte di qualunque esercito.